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VIA FERRATA ROCCA DEI CORVI

Corvi (Rocca dei)
Ferrata

 

 

!

quota base della ferrata (m): 800
sviluppo ferrata (m): 100
dislivello avvicinamento (m): 150

 

difficoltà: D

esposizione prevalente: Varie

località: Viola
punti appoggio: Viola

copertura della rete cellulare

  • vodafone : 77% di copertura

  • tim : 80% di copertura

  • 3 : 10% di copertura

Ultima revisione: 28/1/2010



cartografia: Tavola IGM

note tecniche:
La Rocca dei Corvi si trova esattamente in Val Mongia. E' un'emergenza rocciosa che sovrasta un tratto del torrente omonimo. Quota vetta 900m.
Bellissima ferrata, non lunga, ma suggestiva e appagante sotto vari aspetti, adrenergica quanto basta per un alpinista di media esperienza

Piuttosto "brividoso" l'oscillante ponte tibetano.dislivello di avvicinamento 150m è complessivo dal parcheggio auto all'attacco in riva al torrente ed è prevalentemente in discesa.
Ferrata inaugurata a fine 2003
Sono possibili 2 percorsi: 1 completo - dalla riva del Mongia con risalita dello stesso (sempre ferrata) fino al ponte tibetano e poi da qui fino in vetta (altamente consigliabile per spettacolarità);
2 parziale - dal ponte tibetano alla vetta (saltando la parte lungo il torrente - circa una mezz'ora in meno)
Tempi: percorso 1: circa 1h 30m con andatura lenta
percorso 2: circa 1h con andatura lenta
discesa (da vetta a ponte tib.): 20'-30'
Periodo consigliato: primavera (per consistente portata d'acqua torrente che rende il 1° itinerario spettacolare)

descrizione itinerario:
ARRIVARE A VIOLA ST GREE
IN AUTO: DALL'AUTOSTRADA A6 TORINO - SAVONA uscire a CEVA quindi strada della VALLE DEL TORRENTE MONGIA (SS28, alla rotonda 4a uscita su SP 225, superata Ceva =>SP 101=> Mombasiglio => SP 34 fino a Viola).
Da CUNEO SS. 564 fino a MONDOVI' poi proseguire sulla SS. 28 fino a CEVA indi come sopra.
Superare l’abitato di Viola di poco facendo attenzione a un’evidente deviazione a sx (cartello giallo “Rocca dei Corvi”, paline di itinerari escursionistici + freccia gialla per la Ferrata). Si percorre questa strada stretta ma asfaltata in piano/leggera salita fino in fondo, alla Cappelletta di S. Caterina ove si parcheggia (pochissimo posto, arrangiarsi ai margini strada).
Si prosegue a piedi su ampia sterrata in leggera salita (un guado banale) fino a un’ampia deviazione a sx che scende dolcemente fino allo spiazzo roccioso prospiciente la Rocca (circa 15').
Si può anche ignorare questa deviazione e proseguire fino a una radura ove una freccia gialla (e cartello avvertenze ferrate) indica di proseguire a s x su sentiero naturalistico in discesa stretto, ripido e tortuoso, con schede relative ai vari alberi/rocce che si incontrano e che giunge al medesimo spiazzo roccioso in più o meno pari tempo.
Arrivati allo spiazzo si nota subito a dx una targhetta bianca con freccia “Via ferrata dal ponte tibetano” (da qui in 5’ di sentiero in ripida discesa si è all’attacco davanti al ponte) e a sx una targhetta bianca con freccia “Via ferrata risalita del torrente Mongia” (da qui in 10’ di sentiero naturalistico in modesta discesa si è all’attacco sulla riva sx orografica del Mongia, presso una cascata).
N.B.: Se si sceglie la prima opzione si salta una buona mezz’ora di ferrata stupenda e non banale lungo torrente e cascatelle che quasi si toccano mentre si procede essendo a pochi cm dal cavo... qualche spruzzo arriva ma nulla di grave, tutto è molto divertente.
Questa tratta porta oltre il ponte tibetano (che verrà comunque percorso al ritorno e quindi non si perde nulla!!).
Oltre il ponte la ferrata è su roccia da inizio a fine senza raccordi su sentiero. Si è costantemente accompagnati dal fragore del torrente sottostante che scorre proprio sotto la Rocca. Molto ferro sul percorso (scalini, staffe, maniglie) e molti appigli/appoggi rocciosi. Subito un bel traverso verso sx con leggero impegno di braccia, alla fine del quale il cavo sembra perdersi nel vuoto... invece dietro l'angolo iniziano un paio di muri abbastanza verticali ma più che ben scalettati. Si prosegue per cenge, muri, traversi, con qualche spanci-amento ma breve e sapientemente attrezzato per il cambio moschettoni. Diversi tratti esposti.
A circa 2/3 da inizio si raggiunge l'unica via di fuga (che è anche parte della via di ritorno) che si stacca verso destra in discesa portando in pochi minuti su sentiero ripido senza cavi fino al ponte tibetano. Se si intende proseguire si ignora la deviazione e si segue il cavo in salita che ben presto piega verso sx raggiungendo uno spiazzato ai piedi di un facile e breve camino roccioso, in cima al quale si trova un nuovo traverso esposto e qualche tratto verticale che conduce alla parte finale della ferrata, più abbattuta, fino in vetta.
Qui nicchia con bella statuetta Madonnina. Poco posto in vetta ove occorre rimanere assicurati al cavo. Ci si può comunque sistemare per uno spuntino in vista di un panorama a 360°.
Non va sottovalutata la discesa, almeno nel primo tratto (circa 10') che presenta qualche punto delicato. Poi tutto semplice fino al ponte tibetano che va percorso e porta a fine cavo. Da qui si risale allo spiazzo roccioso iniziale in circa 5'. Il ponte ha un "pavimento" costituito di placchette metalliche distanziate, leggermente basculanti, due cavi laterali per le mani (uniti al pavimento da altri cavi laterali) e un cavo di sicurezza poco tensioattivo (a metà ponte ce lo si ritrova in vita...). Sotto ai piedi, circa 20 m più sotto, un profondo laghetto formato dal torrente ci guarda mentre attraversiamo il ponte. Il tutto dà il giusto brivido senza rischi...
Ferrata a mio avviso assolutamente da provare per la varietà d'ambiente (prima sull'acqua, poi su roccia, poi aerea (ponte) in uno spazio tutto sommato circoscritto. Complessivamente sufficientemente impegnativa per chi sia un po' più che alle prime armi.

 

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La Rocca dei Corvi si trova esattamente in Val Mongia. E' un'emergenza rocciosa che sovrasta un tratto del torrente omonimo. Quota vetta 900m.
Bellissima ferrata, non lunga, ma suggestiva e appagante sotto vari aspetti, adrenergica quanto basta per un alpinista di media esperienza

Piuttosto "brividoso" l'oscillante ponte tibetano.dislivello di avvicinamento 150m è complessivo dal parcheggio auto all'attacco in riva al torrente ed è prevalentemente in discesa.
Ferrata inaugurata a fine 2003
Sono possibili 2 percorsi: 1 completo - dalla riva del Mongia con risalita dello stesso (sempre ferrata) fino al ponte tibetano e poi da qui fino in vetta (altamente consigliabile per spettacolarità);
2 parziale - dal ponte tibetano alla vetta (saltando la parte lungo il torrente - circa una mezz'ora in meno)
Tempi: percorso 1: circa 1h 30m con andatura lenta
percorso 2: circa 1h con andatura lenta
discesa (da vetta a ponte tib.): 20'-30'
Periodo consigliato: primavera (per consistente portata d'acqua torrente che rende il 1° itinerario spettacolare)

descrizione itinerario:
ARRIVARE A VIOLA ST GREE
IN AUTO: DALL'AUTOSTRADA A6 TORINO - SAVONA uscire a CEVA quindi strada della VALLE DEL TORRENTE MONGIA (SS28, alla rotonda 4a uscita su SP 225, superata Ceva =>SP 101=> Mombasiglio => SP 34 fino a Viola).
Da CUNEO SS. 564 fino a MONDOVI' poi proseguire sulla SS. 28 fino a CEVA indi come sopra.
Superare l’abitato di Viola di poco facendo attenzione a un’evidente deviazione a sx (cartello giallo “Rocca dei Corvi”, paline di itinerari escursionistici + freccia gialla per la Ferrata). Si percorre questa strada stretta ma asfaltata in piano/leggera salita fino in fondo, alla Cappelletta di S. Caterina ove si parcheggia (pochissimo posto, arrangiarsi ai margini strada).
Si prosegue a piedi su ampia sterrata in leggera salita (un guado banale) fino a un’ampia deviazione a sx che scende dolcemente fino allo spiazzo roccioso prospiciente la Rocca (circa 15').
Si può anche ignorare questa deviazione e proseguire fino a una radura ove una freccia gialla (e cartello avvertenze ferrate) indica di proseguire a s x su sentiero naturalistico in discesa stretto, ripido e tortuoso, con schede relative ai vari alberi/rocce che si incontrano e che giunge al medesimo spiazzo roccioso in più o meno pari tempo.
Arrivati allo spiazzo si nota subito a dx una targhetta bianca con freccia “Via ferrata dal ponte tibetano” (da qui in 5’ di sentiero in ripida discesa si è all’attacco davanti al ponte) e a sx una targhetta bianca con freccia “Via ferrata risalita del torrente Mongia” (da qui in 10’ di sentiero naturalistico in modesta discesa si è all’attacco sulla riva sx orografica del Mongia, presso una cascata).
N.B.: Se si sceglie la prima opzione si salta una buona mezz’ora di ferrata stupenda e non banale lungo torrente e cascatelle che quasi si toccano mentre si procede essendo a pochi cm dal cavo... qualche spruzzo arriva ma nulla di grave, tutto è molto divertente.
Questa tratta porta oltre il ponte tibetano (che verrà comunque percorso al ritorno e quindi non si perde nulla!!).
Oltre il ponte la ferrata è su roccia da inizio a fine senza raccordi su sentiero. Si è costantemente accompagnati dal fragore del torrente sottostante che scorre proprio sotto la Rocca. Molto ferro sul percorso (scalini, staffe, maniglie) e molti appigli/appoggi rocciosi. Subito un bel traverso verso sx con leggero impegno di braccia, alla fine del quale il cavo sembra perdersi nel vuoto... invece dietro l'angolo iniziano un paio di muri abbastanza verticali ma più che ben scalettati. Si prosegue per cenge, muri, traversi, con qualche spanci-amento ma breve e sapientemente attrezzato per il cambio moschettoni. Diversi tratti esposti.
A circa 2/3 da inizio si raggiunge l'unica via di fuga (che è anche parte della via di ritorno) che si stacca verso destra in discesa portando in pochi minuti su sentiero ripido senza cavi fino al ponte tibetano. Se si intende proseguire si ignora la deviazione e si segue il cavo in salita che ben presto piega verso sx raggiungendo uno spiazzato ai piedi di un facile e breve camino roccioso, in cima al quale si trova un nuovo traverso esposto e qualche tratto verticale che conduce alla parte finale della ferrata, più abbattuta, fino in vetta.
Qui nicchia con bella statuetta Madonnina. Poco posto in vetta ove occorre rimanere assicurati al cavo. Ci si può comunque sistemare per uno spuntino in vista di un panorama a 360°.
Non va sottovalutata la discesa, almeno nel primo tratto (circa 10') che presenta qualche punto delicato. Poi tutto semplice fino al ponte tibetano che va percorso e porta a fine cavo. Da qui si risale allo spiazzo roccioso iniziale in circa 5'. Il ponte ha un "pavimento" costituito di placchette metalliche distanziate, leggermente basculanti, due cavi laterali per le mani (uniti al pavimento da altri cavi laterali) e un cavo di sicurezza poco tensioattivo (a metà ponte ce lo si ritrova in vita...). Sotto ai piedi, circa 20 m più sotto, un profondo laghetto formato dal torrente ci guarda mentre attraversiamo il ponte. Il tutto dà il giusto brivido senza rischi...
Ferrata a mio avviso assolutamente da provare per la varietà d'ambiente (prima sull'acqua, poi su roccia, poi aerea (ponte) in uno spazio tutto sommato circoscritto. Complessivamente sufficientemente impegnativa per chi sia un po' più che alle prime armi.

 

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