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GROTTE DI BOSSEA

La Riserva naturale delle Grotte di Bossea è un insieme di grotte carsiche accessibili ai turisti, istituita come riserva naturale dalla Regione Piemonte nel 2011 ed affidata in gestione all'Ente parchi del Marguareis.



Territorio

Le Grotte di Bossea fanno parte di un sistema carsico collocato tra Prato Nevoso e il torrente Corsaglia, nel comune di Frabosa Soprana in provincia di Cuneo; sono lunghe circa 2 Km. e presentano dislivello di 700 m. Al loro interno presentano ambienti diversificati, quali torrenti e laghi sotterranei, macigni ciclopici, colonne stalagmitiche, stalattiti e concrezioni calcaree.

Storia

Le prime esplorazioni della grotta risalgono alla prima metà del XIX secolo; pochi anni più tardi Domenico Mora raggiunse illago di Ernestina, nel 1874 una spedizione superò la cascata raggiungendo il canyon del torrente e nel 1949 fu completata l'esplorazione dei rami principali. Alcuni gruppi speleologici continuano tuttora a scoprire nuovi anfratti.

La grotta venne aperta al pubblico nel 1874 e nella seconda metà del XX secolo fu installato un impianto di illuminazione interna.

Fauna

All'interno della grotta si ritrova la fauna tipica degli ambienti carsici; le specie endemiche del biotopo sono una cinquantina[2], tra cui Plectogona sanfilippoi (Diplopoda)[3]Eukoenenia strinati (Palpigradi)[4] e Troglohyphantes pedemontanus (Linyphiidae).

Fossili

Gli orsi delle caverne frequentarono il luogo tra gli 80.000 e i 12.000 anni fa, per trascorrere il periodo di letargo invernale e partorire. Su alcune pareti si possono notate i segni di profonde unghiate.[5]

Ricerca scientifica

Nella grotta è situato un laboratorio gestito dal Dipartimento Geo-risorse e Territorio del Politecnico di Torino in collaborazione con la locale sezione del CAI e dall'ARPA della Valle d'Aosta.

La Grotta di Bossea, estesa per 2 chilometri, con un dislivello di 200 metri, si apre nell’alta Valle Corsaglia ed è il termine di un sistema carsico percorso da un torrente. La grotta è fra le più belle e importanti grotte turistiche italiane per varietà di concrezioni, grandiosità di ambienti, ricchezza d’acqua e laghi sotterranei. Il complesso attivo (cioè la zona in cui sono tuttora operanti i fenomeni carsici: l’acqua asporta 750-800 tonnellate di roccia l’anno) favorisce la conoscenza dell’ecologia sotterranea, studiata da una stazione di ricerca e controllo scientifico del CAI di Cuneo, a cui collabora il Politecnico di Torino. La vastità degli ambienti crea un paesaggio straordinario la cui fauna e flora contano 50 specie. Il percorso di visita consente di vedere un terzo circa della grotta attiva. La vigilia di ferragosto e il giorno di Santo Stefano nella grotta si tengono dei concerti.

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Storia

Le prime esplorazioni della grotta risalgono alla prima metà del XIX secolo; pochi anni più tardi Domenico Mora raggiunse illago di Ernestina, nel 1874 una spedizione superò la cascata raggiungendo il canyon del torrente e nel 1949 fu completata l'esplorazione dei rami principali. Alcuni gruppi speleologici continuano tuttora a scoprire nuovi anfratti.

La grotta venne aperta al pubblico nel 1874 e nella seconda metà del XX secolo fu installato un impianto di illuminazione interna.

Fauna

All'interno della grotta si ritrova la fauna tipica degli ambienti carsici; le specie endemiche del biotopo sono una cinquantina[2], tra cui Plectogona sanfilippoi (Diplopoda)[3]Eukoenenia strinati (Palpigradi)[4] e Troglohyphantes pedemontanus (Linyphiidae).

Fossili

Gli orsi delle caverne frequentarono il luogo tra gli 80.000 e i 12.000 anni fa, per trascorrere il periodo di letargo invernale e partorire. Su alcune pareti si possono notate i segni di profonde unghiate.[5]

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Nella grotta è situato un laboratorio gestito dal Dipartimento Geo-risorse e Territorio del Politecnico di Torino in collaborazione con la locale sezione del CAI e dall'ARPA della Valle d'Aosta.

La Grotta di Bossea, estesa per 2 chilometri, con un dislivello di 200 metri, si apre nell’alta Valle Corsaglia ed è il termine di un sistema carsico percorso da un torrente. La grotta è fra le più belle e importanti grotte turistiche italiane per varietà di concrezioni, grandiosità di ambienti, ricchezza d’acqua e laghi sotterranei. Il complesso attivo (cioè la zona in cui sono tuttora operanti i fenomeni carsici: l’acqua asporta 750-800 tonnellate di roccia l’anno) favorisce la conoscenza dell’ecologia sotterranea, studiata da una stazione di ricerca e controllo scientifico del CAI di Cuneo, a cui collabora il Politecnico di Torino. La vastità degli ambienti crea un paesaggio straordinario la cui fauna e flora contano 50 specie. Il percorso di visita consente di vedere un terzo circa della grotta attiva. La vigilia di ferragosto e il giorno di Santo Stefano nella grotta si tengono dei concerti.

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